La certosa di Serra San Bruno (anche Certosa dei Santi Stefano e Bruno) è un’abbazia certosina situata vicino all’omonima cittadina in provincia di Vibo Valentia. Origine Fondata il 24 giugno 1084 in Francia, nei dintorni di Grenoble, la prima Abbazia certosina, sei anni più tardi Bruno di Colonia (1030 ca. – 6.X.1101) fu convocato presso la corte vaticana da Oddo di Châtillon (suo ex discepolo, tra il 1056 e il 1076, alla scuola del Duomo di Reims), giunto in Italia nel 1080 ed eletto pontefice nel 1088 col nome di Urbano II. Costretto a stabilirsi sull’Isola Tiberina causa l’ostilità della Curia romana, favorevole al reinsediamento (1087) dell’antipapa Clemente III (Guiberto di Ravenna), tra il 1089 e il 1098 Urbano II soggiornò ripetutamente nei territori dell’Italia meridionale conquistati dai Normanni. Se non già nel 1089, negli anni 1090-1091 Bruno fu certamente al seguito del papa nel Ducato di Calabria, ove gli venne offerta la nomina di vescovo. Ma Bruno, declinata la mitria, ottenne dal pontefice il consenso di potersi ritirare in solitudine sull’Altopiano delle Serre calabre, in un fondo fra Arena e Stilo donatogli da Ruggero d’Altavilla. Qui, nella località chiamata Torre, a 790 metri di altitudine, nel cuore della Calabria Ulteriore, l’attuale Calabria centro-meridionale, Bruno fondò nel 1091 l’Eremo di Santa Maria di Turri o del Bosco. Non diversamente che a Grenoble, le celle dei padri eremiti – capanne di legno e fango, rustiche e primitive, ma solide abbastanza da resistere al peso della neve – erano distribuite intorno alla chiesa conventuale: un edificio in muratura di piccole dimensioni, probabilmente simile alla Cattolica di Stilo o alla chiesa di S. Ruba in Vibo Valentia. La chiesa fu consacrata solennemente il 15 agosto 1094 alla presenza di Ruggero I di Calabria e Sicilia che, per l’occasione, volle ampliare la sua precedente donazione in favore di Bruno includendovi ulteriori appezzamenti di Stilo e i casali di Bivongi e Arunco (Montepaone). In una lettera (1097) indirizzata a Raoul le Vert, uno dei due compagni che fecero insieme con lui il voto di consacrarsi alla vita monastica, Bruno descrisse così la natura del luogo: « In territorio di Calabria, con dei fratelli religiosi, alcuni dei quali molto colti, che, in una perseverante vigilanza divina attendono il ritorno del loro Signore per aprirgli subito appena bussa, io abito in un eremo abbastanza lontano, da tutti i lati, dalle abitazioni degli uomini.
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Certosa di Serra San Bruno
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