San Leucio è una frazione del comune di Caserta nota per ragioni sia storiche sia artistiche, posta a 3,5 km a nord ovest della città. Il sito reale, insieme alla Reggia di Caserta, è stato riconosciuto come Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.
Prima ancora che prendesse il nome attuale, vi era un feudo dei conti Acquaviva di Caserta noto come Palazzo del Belvedere o Palagio Imperiale, descritto nel 1667 da Celestino Guicciardini. Annesso vi era anche un casino da caccia che fu restaurato poco più tardi da Francesco Collecini. Nel 1750, i possedimenti già Acquaviva, poi divenuti Caetani, passarono ai Borbone di Napoli, e il feudo divenne un romitorio per i reali[1]. Stanco del caos e degli intrighi della corte reale casertana, tuttavia, nel 1773 Ferdinando IV volle costruirsi un ritiro solitario dove poter trascorrere del tempo spensierato. Scelse le colline che fiancheggiavano il Parco di Caserta dove già sorgeva un rudere di una cappella dedicata a San Leucio, il martire vescovo di Brindisi, dal quale prese il nome