Nella suggestiva cornice della provincia di Latina, a metà strada tra Roma e Napoli, si trova uno dei Borghi più belli d’Italia, dove la storia s’incontra con la natura e il mare cristallino fa da cornice a un continuum di vicoli stretti e ripide scalinate. Guardando il borgo dal basso si ha l’impressione di perdersi in un dedalo di viuzze che corrono e si dipanano lungo lo sperone roccioso di Monte San Magno su cui, tra archi, edifici e intonaci bianchi, sorge maestosa Sperlonga, perla del Tirreno. Le case che si appoggiano le une alle altre senza sosta, unite talvolta solo da piccoli archi, restituiscono uno spettacolo dal predominante colore candido, intervallato soltano dall’azzurro del cielo e dal blu del mare. Le spiagge con sabbia chiara e finissima fanno del borgo il centro d’attrazione di turisti italiani e stranieri, affascinati dalle acque limpide di questi lidi dai nomi caratteristici, che ricordano il passato pontino e il presente da Bandiera Blu; oltre alla caratteristica spiaggia delle Bambole, spicca per fascino e bellezza quella dell’Angolo, su cui si affaccia la grotta di Tiberio. Attribuita da sempre all’imperatore, che secondo Svetonio (Tiberius, 39) e Tacito (Annales IV, 59) era solito organizzare lì banchetti, la monumentale grotta-ninfeo era probabilmente utilizzata come scenografia ad effetto da inglobare all’adiacente villa sul mare che comprendeva un impianto termale, manufatti per le riserve d’acqua e un attracco privato. Durante i lavori di realizzazione della via Flacca, in questa grotta situata lungo il pendio del Monte Ciannito, affiorarono meravigliosi frammenti marmorei, da subito attribuiti a gruppi scultorei denominati Odissea di Marmo, poiché esaltavano le virtù di Ulisse. Al gruppo più famoso, quello “dell’Accecamento di Polifemo”, facevano da contraltare “L’assalto di Scilla alla nave di Ulisse”, il “Rapimento del Palladio” e l’“Ulisse che trascina il corpo di Achille”, mentre la scultura raffigurante “Ganimede rapito dall’aquila di Zeus” decorava probabilmente l’ingresso della grotta. Dopo l’incredibile ritrovamento, la popolazione di Sperlonga si mobilitò per far sì che quel patrimonio artistico fosse conservato nel luogo in cui era stato trovato, fino ad ottenere la costruzione del Museo Archeologico Nazionale, che ancor oggi testimonia la grandezza del mito che si sposa con la storia.
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Sperlonga
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